DONAZIONI DI SANGUE E PLASMA IN ITALIA: LA SOLIDARIETÀ AL SERVIZIO DELLA SALUTE

Il fattore VIII plasmaderivato impiegato sia per la terapia di sostituzione che per la terapia ITI (Immunotolerance Induction) è un farmaco che si estrae dal plasma, una materia prima reperibile esclusivamente mediante la donazione da parte di individui sani.

I sistemi e le leggi che regolano la donazione di sangue e plasma cambiano notevolmente a seconda della Nazione. In alcuni Paesi, come USA e Germania, ad esempio, i donatori di sangue vengono regolarmente retribuiti, per cui l’atto della donazione è prevalentemente motivato da un tornaconto economico. Si tratta, dunque, di un sistema di donazione “a scopo di lucro”. Il panorama delle donazioni in Italia, invece, si basa su un principio diametralmente opposto: la solidarietà. Secondo le leggi italiane che regolano le donazioni di sangue e plasma, infatti, queste devono essere rigorosamente “volontarie, periodiche, responsabili, anonime e gratuite”. Il donatore italiano, dunque, non insegue mai un interesse personale, ma decide di compiere un atto il cui unico fine è quello di aiutare chi è meno fortunato, e lo fa cedendo una delle risorse più preziose che possiede: il suo stesso sangue.

Il valore del nostro sistema di donazioni, tuttavia, non risiede soltanto nella nobiltà dei suoi principi, ma anche nella sua straordinaria efficacia. Secondo i dati più aggiornati, infatti, l’Italia può contare, ogni anno, su circa 1.800.000 donatori sparsi su tutto il territorio nazionale, che nel 2018 hanno donato una quantità tale di plasma da garantire oltre il 70% del fabbisogno di plasmaderivati del nostro Paese.

In tema di donazioni, però, l’obiettivo italiano è ancora più ambizioso. Il CNS (Centro Nazionale Sangue), ossia l’organo dell’Istituto Superiore di Sanità che si occupa di gestire e monitorare le donazioni di sangue e plasma sul territorio italiano, ha infatti stipulato un accordo con il Ministero della Salute e con le Regioni per il raggiungimento della totale autosufficienza entro il 2020. Il raggiungimento di questo obiettivo consentirebbe al nostro Paese di produrre il 100% dei plasmaderivati necessari ai pazienti italiani impiegando esclusivamente sangue e plasma raccolti in Italia, così da non dipendere dalle eventuali fluttuazioni dei mercati stranieri, che potrebbero non essere in grado di fornire quantità di farmaci sufficienti in maniera costante.

Le virtù del sistema italiano sono state riconosciute anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che ha scelto proprio l’Italia come sede della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue (World Blood Donor Day) del 2020, un evento globale che si tiene ogni 14 giugno, per trattare i temi più importanti legati alla donazione. Lo scopo della prossima edizione sarà quello di promuovere il sistema italiano, incentrato su principi etici e orientato verso un’autosufficienza  sostenibile, come modello che possa essere preso ad esempio dalle altre Nazioni, per garantire un accesso adeguato e sicuro a sangue e plasmaderivati a tutti i propri cittadini.

 

Fonti:

Sito web CNS (Centro Nazionale Sangue). Link: https://www.centronazionalesangue.it/node/14

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Componente liquida del sangue dal colore giallo paglierino.

È composto per il 90% d’acqua, ed al suo interno sono disciolti sali minerali e numerose proteine di varia natura, incluso il fattore VIII.

Il plasma viene utilizzato come materia prima di partenza per la produzione dei farmaci plasmaderivati.

Sostanza estratta dal plasma, e sottoposta ad accurate procedure di filtrazione, purificazione, inattivazione virale e controllo, allo scopo di accertarne la purezza, nonché  l’assenza di eventuali contaminazioni.