PROFILASSI PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA: FACCIAMO CHIAREZZA

L’efficacia della terapia di profilassi nel trattamento dei bambini affetti dalle forme più gravi di emofilia A è ormai da tempo universalmente riconosciuta, tanto da rendere questa strategia terapeutica la più diffusa nel trattamento di questi piccoli pazienti.

Le nuove evidenze sui notevoli benefici che la sostituzione del fattore VIII a scopo profilattico esercita sulla qualità di vita dei pazienti affetti da emofilia A, però, hanno portato alla messa a punto di numerosi protocolli terapeutici rivolti anche ai pazienti che in precedenza venivano destinati quasi esclusivamente alle terapie “on demand”, ossia gli adolescenti, gli adulti e in generale, i casi moderati e lievi.

I vari protocolli di trattamento a scopo profilattico possono oggi essere classificati in tre categorie, che si distinguono principalmente in base al momento in cui il paziente inizia la terapia.

Nello specifico, si parla di:

  • profilassi primaria, quando il trattamento viene iniziato dopo l’insorgenza del primo emartro, prima della comparsa di patologie articolari documentate, e comunque prima dei 3 anni di età;
  • profilassi secondaria, quando la terapia viene iniziata dopo l’insorgenza di almeno due emartri ma prima della comparsa di patologie articolari documentate;
  • profilassi terziaria, quando la somministrazione del trattamento comincia in seguito alla comparsa di patologie articolari documentate.

Profilassi primaria e secondaria sono di gran lunga le più efficaci nella prevenzione delle patologie croniche a carico delle articolazioni, ma anche la terziaria ha mostrato grandi benefici, e tutti e tre gli approcci terapeutici sono oggi inseriti nelle più aggiornate linee guida di riferimento per il trattamento dell’emofilia.

 

Fonti:

  • Srivastava A. et al, Guidelines for the management of hemophilia. Haemophilia (2013), 19, e1–e47
  • Tagliaferri A. et al, Benefits of prophylaxis versus on-demand treatment in adolescents and adults with severe haemophilia A: the POTTER study, Thromb Haemost. (2015) Jul;114(1):35-45
  • Tagliaferri A. et al, Effects of secondary prophylaxis started in adolescents and adult haemophiliacs. Haemophilia. (2008) Sep;14(5):945-51
Torna a news e approfondimenti

Wikiphilia

Approfondisci il significato delle parole che hai letto in questa pagina e scopri l’intero glossario sull’emofilia.

Fase dell’emostasi durante la quale si verifica la formazione del coagulo.

Si tratta di un processo articolato, costituito da numerose reazioni biochimiche che si susseguono secondo uno schema ben preciso e che vedono il coinvolgimento di numerose proteine, tra cui i fattori della coagulazione, la trombina ed il fibrinogeno.

Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.

Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).

Proteina in grado di svolgere la funzione di catalizzatore nell’ambito dei processi biochimici.

Proteina appartenente alla categoria dei fattori della coagulazione, un gruppo di enzimi che prendono parte al processo di coagulazione del sangue.

È codificato da un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma X.

Il fattore VIII è noto anche come fattore antiemofilico (AMF).

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato dopo l’insorgenza del primo emartro, prima della comparsa di patologie articolari documentate, e comunque prima dei 3 anni di età.

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato dopo l’insorgenza di almeno due emartri, ma prima della comparsa di patologie articolari documentate.

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato in seguito alla comparsa di patologie articolari documentate.

Regime terapeutico generalmente destinato ai pazienti affetti da emofilia di tipo A grave.

Prevede la somministrazione costante e ad intervalli di tempo regolari del fattore VIII mancante, ed ha lo scopo di prevenire l’insorgenza delle emorragie.

Terapia per il trattamento dell’emofilia di tipo A, che consiste nella somministrazione per via endovenosa del fattore VIII mancante, così da ripristinare il corretto svolgimento del fenomeno della coagulazione del sangue e prevenire l’insorgenza di episodi emorragici.

La terapia di sostituzione può essere somministrata secondo due regimi terapeutici: al bisogno o come terapia di profilassi.