I FATTORI DELLA COAGULAZIONE NELLE DONNE PORTATRICI

Le forme più gravi di emofilia colpiscono tipicamente i maschi, mentre le femmine sono convenzionalmente designate come “portatrici”.

Le portatrici spesso non mostrano sintomi di emofilia perché, sebbene abbiano un gene F8 o F9 anormale su un cromosoma X, l’altro cromosoma X contiene un gene F8 o F9 funzionante, che generalmente riesce a produrre livelli di fattori della coagulazione nel limite del range normale.

Una percentuale di portatrici ha una attività del Fattore VIII (FVIII) o del Fattore IX (FIX) bassa a causa della lionizzazione (cioè la soppressione casuale di uno dei due cromosomi X, chiamata anche inattivazione dell’X), che può provocare un’emofilia lieve, moderata o addirittura grave, in rari casi. Le femmine sintomatiche dovrebbero essere designate come affette da emofilia di una gravità specifica, come avviene per i maschi.

Le portatrici con livelli di FVIII/FIX nel range normale potrebbero non richiedere mai una terapia sostitutiva. Tuttavia, alcune portatrici con livelli di fattore nella gamma più bassa del normale sperimentano problemi di sanguinamento simili ai maschi con emofilia lieve, così come problemi specifici per le donne, come il prolungato o abbondante sanguinamento mestruale.

Per questi motivi, la World Federation of Hemophilia raccomanda che le portatrici di emofilia, indipendentemente dal livello dei fattori, dovrebbero essere registrate presso un centro di trattamento dell’emofilia e che quelle con bassi livelli di fattori dovrebbero essere trattate e gestite come i maschi con emofilia.

 

Fonte:

  • WFH Guidelines for the Management of Hemophilia, 3rd edition, Chapter 9: Specific Management Issues, Windyga et. al, Haemophilia. 2020;26(Suppl 6):1–158., DOI: 10.1111/hae.14046
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Fase dell’emostasi durante la quale si verifica la formazione del coagulo.

Si tratta di un processo articolato, costituito da numerose reazioni biochimiche che si susseguono secondo uno schema ben preciso e che vedono il coinvolgimento di numerose proteine, tra cui i fattori della coagulazione, la trombina ed il fibrinogeno.

Prodotto contenente un’elevata concentrazione di fattore VIII in forma liofilizzata, e che viene impiegato per la terapia sostitutiva adibita al trattamento dell’emofilia A.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa tra il 5% ed il 40%.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa fra 1% e 5%.

Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.

Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).

Proteina appartenente alla categoria dei fattori della coagulazione, un gruppo di enzimi che prendono parte al processo di coagulazione del sangue.

È codificato da un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma X.

Il fattore VIII è noto anche come fattore antiemofilico (AMF).

Gruppo di proteine dotate di funzioni enzimatiche coinvolte nel processo di formazione del coagulo.

I fattori della coagulazione sono contrassegnati da numeri romani, anche se ciascun di essi possiede anche un nome esteso.

Alcuni di loro sono prodotti dal fegato, mentre altri vengono sintetizzati dalle cellule endoteliali, che costituiscono il rivestimento interno dei vasi sanguigni.