I VANTAGGI DELLA PROFILASSI CON FATTORE VIII: LE ULTIME RACCOMANDAZIONI DELLA WFH

La profilassi è stata convenzionalmente definita come l’infusione endovenosa regolare del Fattore VIII della coagulazione mancante (FVIII) nelle persone con emofilia A e del Fattore IX (FIX) nelle persone con emofilia B, somministrati per aumentarne il livello, con l’intento di prevenire i sanguinamenti.

Per i pazienti con emofilia A o B con fenotipo grave, la World Federation of Hemophilia (WFH) raccomanda vivamente una profilassi sufficiente a prevenire le emorragie in ogni momento, che sia personalizzata e tenga in considerazione i sanguinamenti del paziente, lo stato articolare, la farmacocinetica individuale e le esigenze personali.

Per i pazienti pediatrici con emofilia grave di tipo A o B, la WFH raccomanda di iniziare la profilassi precocemente con concentrati di fattori della coagulazione, o altri agenti emostatici, prima della comparsa della malattia articolare e preferibilmente prima dei 3 anni, al fine di prevenire gli emartri che possono portare alla degenerazione articolare.

Per le persone con emofilia grave in profilassi, la WFH raccomanda che sia ai pazienti che ai caregiver venga insegnato a registrare tempestivamente e in modo accurato tutti gli episodi emorragici e i trattamenti, e raccomanda, inoltre, che i pazienti siano seguiti nei centri specializzati per il trattamento dell’emofilia.

Per i pazienti che, nonostante una buona aderenza alla profilassi, sperimentano ancora sanguinamenti, la WFH raccomanda di intensificare la profilassi e, se necessario, di intervenire a livello ortopedico.

 

Fonte:

  • WFH Guidelines for the Management of Hemophilia, 3rd edition, Chapter 6: Prophylaxis in Hemophilia, Carcao et. al, Haemophilia. 2020;26(Suppl 6):1–158., DOI: 10.1111/hae.14046
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Prodotto contenente un’elevata concentrazione di fattore VIII in forma liofilizzata, e che viene impiegato per la terapia sostitutiva adibita al trattamento dell’emofilia A.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa tra il 5% ed il 40%.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa fra 1% e 5%.

Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.

Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).

Proteina appartenente alla categoria dei fattori della coagulazione, un gruppo di enzimi che prendono parte al processo di coagulazione del sangue.

È codificato da un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma X.

Il fattore VIII è noto anche come fattore antiemofilico (AMF).

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato dopo l’insorgenza del primo emartro, prima della comparsa di patologie articolari documentate, e comunque prima dei 3 anni di età.

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato dopo l’insorgenza di almeno due emartri, ma prima della comparsa di patologie articolari documentate.

Trattamento profilattico a base di fattore VIII sostitutivo iniziato in seguito alla comparsa di patologie articolari documentate.

Regime terapeutico generalmente destinato ai pazienti affetti da emofilia di tipo A grave.

Prevede la somministrazione costante e ad intervalli di tempo regolari del fattore VIII mancante, ed ha lo scopo di prevenire l’insorgenza delle emorragie.