CHIRURGIA ED EMOFILIA A: QUANTO E’ IMPORTANTE LA PERSONALIZZAZIONE DELLA TERAPIA CON FATTORE VIII?

La pianificazione dell’intervento chirurgico nei pazienti con emofilia è complessa e le interazioni tra Specialisti sono tipicamente maggiori di quelle richieste per i pazienti senza disturbi emorragici sottostanti. La chirurgia nei pazienti con inibitori  del fattore VIII è l’area più impegnativa e dovrebbe essere condotta presso centri specializzati e solo da un team multidisciplinare esperto.

Tutti i pazienti devono essere valutati per le comorbidità. Particolare attenzione deve essere prestata ai pazienti più anziani nei quali il tasso di infezioni virali o comorbidità può essere maggiore. Inoltre, il rischio di tromboembolia venosa in questi pazienti è elevato e non sono ancora chiari i potenziali effetti sul rischio di trombosi dovuti alla sostituzione eccessiva del fattore VIII durante il periodo peri-operatorio.

Dopo la valutazione del deficit di fattori del paziente, lo stato degli inibitori e le complicazioni o comorbidità associate, il team di ematologia sviluppa un piano di gestione emostatica individualizzato, inclusi ciò che riguarda il periodo preoperatorio, intraoperatorio e riabilitativo. Vengono stabiliti la terapia sostitutiva, le dosi e gli intervalli, incluso il metodo di somministrazione, nonché la necessità di una terapia antifibrinolitica concomitante.

Inoltre, in caso di intervento chirurgico deve essere previsto un piano di emergenza in caso di sanguinamento imprevisto e viene determinata la quantità di fattore VIII necessario per l’intervento chirurgico. I pazienti con emofilia A lieve sottoposti a intervento chirurgico possono non richiedere il fattore VIII e possono essere trattati con agenti emostatici non specifici. Procedure meno invasive richiedono quantità minori di fattori della coagulazione. È fondamentale prestare attenzione alla possibilità di sviluppo di inibitori durante e dopo un intervento chirurgico che richiede una terapia sostitutiva.

 

Fonti:
Escobar MA, Brewer A, Caviglia H, et al. Recommendations on multidisciplinary management of elective surgery in people with haemophilia. Haemophilia. 2018 Sep;24(5):693-702. doi: 10.1111/hae.13549.

 

 

 

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Fase dell’emostasi durante la quale si verifica la formazione del coagulo.

Si tratta di un processo articolato, costituito da numerose reazioni biochimiche che si susseguono secondo uno schema ben preciso e che vedono il coinvolgimento di numerose proteine, tra cui i fattori della coagulazione, la trombina ed il fibrinogeno.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa tra il 5% ed il 40%.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa fra 1% e 5%.

Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.

Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).

Fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni che si verifica in seguito al danneggiamento delle loro pareti.

L’emorragia si definisce interna nei casi in cui il sangue defluisce in una cavità naturale del corpo, o esterna quando il sangue si riversa all’esterno o in una cavità comunicante con l’esterno.

Proteina appartenente alla categoria dei fattori della coagulazione, un gruppo di enzimi che prendono parte al processo di coagulazione del sangue.

È codificato da un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma X.

Il fattore VIII è noto anche come fattore antiemofilico (AMF).

Gruppo di proteine dotate di funzioni enzimatiche coinvolte nel processo di formazione del coagulo.

I fattori della coagulazione sono contrassegnati da numeri romani, anche se ciascun di essi possiede anche un nome esteso.

Alcuni di loro sono prodotti dal fegato, mentre altri vengono sintetizzati dalle cellule endoteliali, che costituiscono il rivestimento interno dei vasi sanguigni.