Quantità di minerali presenti in un centimetro quadrato di osso.
Processo mediante il quale il farmaco viene trasportato dal sangue ai vari compartimenti dell’organismo.
Effetto secondario che un determinato farmaco può esercitare sull’organismo, oltre a quello o a quelli principali.
Versamento di sangue che si verifica in corrispondenza di un’articolazione, ossia il punto di giuntura tra due o più ossa.
Gli emartri sono i fenomeni emorragici più frequenti nei pazienti affetti da emofilia, e provocano gonfiore ed arrossamento dell’articolazione, che diventa calda e dolorante.
L’esposizione prolungata dell’articolazione all’infiammazione generata dall’accumulo di sangue può provocare l’insorgenza di patologie articolari.
Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa tra il 5% ed il 40%.
Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa fra 1% e 5%.
Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.
Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).
Processo di produzione e maturazione degli elementi corpuscolati del sangue, ossia globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.
Dopo la nascita, l’emopoiesi avviene prevalentemente nel midollo osseo e negli organi linfatici.
Fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni che si verifica in seguito al danneggiamento delle loro pareti.
L’emorragia si definisce interna nei casi in cui il sangue defluisce in una cavità naturale del corpo, o esterna quando il sangue si riversa all’esterno o in una cavità comunicante con l’esterno.
Processo che impedisce la fuoriuscita incontrollata di sangue a seguito di un danno subito da un vaso sanguigno.
Si compone di 3 momenti principali: la vasocostrizione reattiva, durante la quale il vaso sanguigno danneggiato si contrae per far diminuire temporaneamente l’afflusso di sangue nella zona in cui è avvenuto il danno, la formazione del coagulo, cui prende parte il fattore VIII, ed infine l’attivazione del sistema di riparazione, che serve a riparare definitivamente il danno sulla parete del vaso sanguigno.
Coinvolgimento attivo del paziente nella gestione del suo percorso sanitario.
Proteina in grado di svolgere la funzione di catalizzatore nell’ambito dei processi biochimici.