Che l’attività fisica sia un toccasana per il nostro organismo è un fatto ormai ben noto, ma forse non tutti sanno che può addirittura rappresentare un vero e proprio salvavita. È quanto emerge dal documento “Raccomandazioni globali sull’attività fisica per la salute” redatto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il quale pone l’inattività fisica al quarto posto tra i più importanti fattori di rischio per la mortalità, subito dopo ipertensione, fumo e iperglicemia. Il movimento comporta innumerevoli benefici per l’organismo, che diventano ancora più importanti in caso di emofilia. L’apparato muscolo-scheletrico è il primo a beneficiare della pratica costante di attività fisica, la quale determina un incremento della forza muscolare e il miglioramento della salute delle articolazioni, che risultano più stabili e flessibili. Diversi studi condotti su emofilici, inoltre, hanno associato la pratica sportiva a una riduzione del dolore articolare e a un aumento della densità ossea, che contrasta la fragilità delle ossa tipicamente associata all’emofilia. Queste condizioni si tramutano in una maggiore stabilità della postura e in una migliore coordinazione dei movimenti, che determinano una minore probabilità di cadere e incorrere in infortuni che potrebbero scatenare dei sanguinamenti. Altri benefici fisici includono la prevenzione di patologie come obesità, problemi cardio-circolatori, ipertensione e diabete. Nei bambini e negli adolescenti, inoltre, l’attività fisica promuove un corretto sviluppo neuromuscolare.
Mens sana in corpore sano
Tuttavia, i benefici del movimento non si limitano al corpo, ma riguardano anche mente e spirito. Alcune ricerche, infatti, hanno dimostrato che l’esercizio fisico migliora l’autostima e lo stato emotivo, aiuta a socializzare e riduce ansia e depressione, che a volte possono affliggere chi è affetto da una malattia cronica, come l’emofilia.
Per molti anni agli emofilici è stata preclusa la possibilità di condurre una vita attiva per via della paura dei sanguinamenti, ma le efficaci terapie di sostituzione sulle quali è possibile contare oggi consentono finalmente anche a loro di mantenersi attivi e, addirittura, di praticare molti tipi di sport, anche a livello agonistico. Va, inoltre, ricordato che l’attività fisica non comprende soltanto lo sport, ma qualsiasi tipo di esercizio fisico come giocare, camminare o dedicarsi a lavori domestici. Per muoversi in modo sicuro, è sufficiente comunicare al proprio Ematologo che tipo di attività si intenda praticare e con quale intensità, così che possa creare un piano di profilassi personalizzato che assicuri il giusto apporto di fattore VIII. A questo punto, non rimane che divertirsi!
Fonti:
- Goto M. et al, Strategies to encourage physical activity in patients with hemophilia to improve quality of life. J Blood Med. 2016; 7:85–98.
- Global Recommendations on Physical Activity for Health. WHO (World Health Organization). 2010. Link: https://www.who.int/dietphysicalactivity/global-PA-recs-2010.pdf