DETERIORAMENTO DELLA FUNZIONE MUSCOLARE NEI PAZIENTI CON EMOFILIA

Nei pazienti con emofilia che hanno un accesso limitato alla terapia sostitutiva, compresa la profilassi regolare, il deterioramento della funzione muscolare è presente al di là del danno articolare strutturale e si verifica molto presto nella vita.

Inoltre, nonostante un’efficace profilassi e bassi tassi di sanguinamento, possono ancora verificarsi sanguinamenti silenti, che innescano un circolo vizioso dal punto di vista biochimico e biomeccanico, causando danni articolari irreversibili a lungo termine. C’è molta attenzione alle reazioni biochimiche, come l’infiammazione indotta dal sangue e il danno dei tessuti articolari, mentre le reazioni biomeccaniche che avvengono nei muscoli e nei legamenti attorno all’articolazione sono state meno studiate, sebbene siano altrettanto importanti. In effetti, le reazioni biomeccaniche sono le prime a verificarsi immediatamente dopo il sanguinamento, poiché i muscoli reagiscono con cambiamenti nella contrazione e sovraccaricando i legamenti, come dimostrato dall’analisi del movimento tridimensionale degli arti nei pazienti emofilici. Per questo, la diagnosi precoce dei cambiamenti muscolari è fondamentale per implementare approcci preventivi conservativi.

Caviglie e ginocchia sono le articolazioni più frequentemente colpite nell’emofilia e  spesso è rilevata un’atrofia dei muscoli vicini, con conseguente debolezza durante la contrazione. La qualità della contrazione muscolare risulta disturbata nella stragrande maggioranza delle persone emofiliche e il bicipite femorale è spesso il muscolo più compromesso.

L’HJHS (Haemophilia Joint Health Score, cioè il valore che valuta la salute delle articolazioni nell’emofilia) include la valutazione del trofismo muscolare e della forza di caviglie e ginocchia; tuttavia, l’articolazione dell’anca e i muscoli vicini, come i glutei, non sono inclusi in questa valutazione.

Nonostante un HJHS simile, risulta che i pazienti che hanno sanguinamenti frequenti presentano un esito muscolare funzionale peggiore rispetto a quelli con sanguinamenti meno frequenti trattati a domanda, suggerendo l’effetto negativo dei sanguinamenti ripetuti nel tempo, che di solito rappresentano il fattore scatenante principale per attuare una profilassi regolare anche nei Paesi con risorse limitate.

Poiché la compromissione della funzione di solito precede il danno strutturale, nei pazienti con emofilia è di fondamentale importanza includere strumenti di misurazione sensibili per un esame muscolo-scheletrico più accurato.

Inoltre, poiché la perdita di funzione muscolare può essere trattata efficacemente con fisioterapia, terapia fisica o allenamento seguito dal medico, l’individuazione di disfunzioni muscolari dovrebbe essere implementata con programmi di allenamento al fine di preservare le articolazioni dei pazienti emofilici dal deterioramento rapido.

 

Fonte:

  • Seuser A, Navarrete-Duran M, Auerswald G, Mancuso ME. Muscle function deterioration in patients with haemophilia: Prospective experience from Costa Rica. Haemophilia. 2018;00:1–12. https://doi. org/10.1111/hae.13455
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Prodotto contenente un’elevata concentrazione di fattore VIII in forma liofilizzata, e che viene impiegato per la terapia sostitutiva adibita al trattamento dell’emofilia A.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa tra il 5% ed il 40%.

Condizione che si verifica quando l’attività del fattore VIII è compresa fra 1% e 5%.

Malattia ereditaria di origine genetica caratterizzata da una carenza del fattore VIII della coagulazione, che espone chi ne è affetto ad un elevato rischio di emorragie, sia interne che esterne. L’emofilia di tipo A si manifesta principalmente nei maschi, mentre le femmine possono sono perlopiù portatrici sane.

Alcune delle manifestazioni tipiche della malattia sono emartri (emorragie articolari) ed ematomi (emorragie muscolari).

Proteina appartenente alla categoria dei fattori della coagulazione, un gruppo di enzimi che prendono parte al processo di coagulazione del sangue.

È codificato da un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma X.

Il fattore VIII è noto anche come fattore antiemofilico (AMF).

Gruppo di proteine dotate di funzioni enzimatiche coinvolte nel processo di formazione del coagulo.

I fattori della coagulazione sono contrassegnati da numeri romani, anche se ciascun di essi possiede anche un nome esteso.

Alcuni di loro sono prodotti dal fegato, mentre altri vengono sintetizzati dalle cellule endoteliali, che costituiscono il rivestimento interno dei vasi sanguigni.

Danni che si verificano a carico delle articolazioni, e che ne impediscono il regolare funzionamento, compromettendo le capacità di movimento di chi ne è affetto.

Nel paziente affetto da emofilia, le patologie articolari sono generalmente la conseguenza di emartri ricorrenti.